Disturbo disforico premestruale: come affrontarlo al meglio

Disturbo disforico premestruale: come affrontarlo al meglio

Disturbo disforico premestruale

Il Disturbo disforico premestruale non è avere la “luna storta”

La relazione tra ciclo mestruale e disagio per le donne è antichissima, già Ippocrate, padre della medicina, individuò alcuni sintomi e segnali negativi che caratterizzano la fase premestruale: tensione e dolore al seno, gonfiore addominale, irritabilità, aumento della fame, depressione del tono dell’umore, apprensione, mal di testa e stanchezza. In alcuni casi, tuttavia, la sindrome può divenire talmente invalidante per alcune donne da richiedere una vera e propria diagnosi con disturbi specifici. All’interno del DSM 5 – Manuale Diagnostico e Statistico dei Disturbi Mentali – troviamo il Disturbo disforico premestruale, inserito nella categoria dei Disturbi depressivi. Questo può essere definito come: “un disturbo depressivo, analogo al disturbo depressivo maggiore, ma con la distinzione che i sintomi psico-emotivi sono periodici e limitati nel tempo, e si manifestano in sincronismo con la drastica diminuzione di estrogeni, che avviene durante la fase post ovulatoria del ciclo mestruale

Il Disturbo disforico premestruale, quindi, non è banale malumore ma è caratterizzato da alcuni sintomi specifici, che sono considerati dei Criteri diagnostici, al fine di confermare la presenza del disturbo.

Nella maggior parte dei cicli mestruali, durante la settimana precedente le mestruazioni, sono presenti almeno cinque sintomi tra quelli elencati di seguito. Tali sintomi si riducono, o scompaiono, nella settimana successiva al ciclo:

– Umore depresso

– Labilità affettiva

– Irritabilità

Ansia e tensione

Insonnia o ipersonnia

– Mancanza di energia

– Diminuzione d’interesse per le attività

– Difficoltà di concentrazione

– Tensione al seno, sensazione di gonfiore

– Modificazione dell’appetito.

Da questa lista si può osservare che il disturbo è contraddistinto da un insieme variegato di sintomi. La donna ne è colpita sia sul piano fisico, sia psicologico ed emozionale.

Qual è la causa del Disturbo disforico premestruale?

Non esiste una causa specifica e univoca, pertanto, si è propensi a pensare che sia una molteplicità di fattori a far sorgere la sintomatologia premestruale. Tra i principali fattori scatenanti si evidenziano:

  • Squilibrio ormonale: causa dei dolori e delle modifiche fisiche
  • Carenza di magnesio: produrrebbe mal di testa e crampi muscolari
  • Carenza di vitamina B6: coinvolta nella sintesi di serotonina e dopamina, sarebbe responsabile della cattiva regolazione del tono dell’umore

E’ possibile un trattamento del Disturbo disforico premestruale?

Oltre a consigliare un approccio di tipo psicologico e psicoterapico come momento di contenimento, supporto emotivo e per individuare nuove strategie comportamentali, possiamo individuare altre due linee di trattamento: quella farmacologica e quella basata sul modificare il proprio stile di vita.

Per quanto riguarda i farmaci, prescritti dai medici di competenza, per il trattamento del Disturbo disforico premestruale è risultata utile la somministrazione di farmaci antidepressivi (soprattutto della classe degli inibitori del recupero della serotonina), antinfiammatori, come l’ibuprofene e il naprossene, che alleviano i crampi e la tensione del seno e contraccettivi orali, come ad esempio la pillola anticoncezionale, utile per stabilizzare gli sbalzi ormonali.

Indipendentemente dalla prescrizione di farmaci, talvolta necessaria, sarebbe opportuno procedere, alla modifica di alcune abitudini nello stile di vita e seguire alcuni consigli per alleviare i disagi propri del periodo premestruale.

  • Alimentazione: alcuni cibi e bevande dovrebbero essere evitati o quantomeno diminuiti; per esempio: caffè, sale, superalcolici, bevande gassate, dolci. In ogni caso è consigliata un’alimentazione equilibrata e sana e, se necessario, l’assunzione d’integratori di Magnesio, Potassio e Vitamina B6. Bere acqua a sufficienza e introdurre il giusto apporto di fibre aiuterà nella gestione della stipsi tipica del periodo.
  • Esercizio fisico: aiuta a scaricare le emozioni negative, a liberarsi dalle tossine e ad alleviare il dolore muscolare.
  • Training Autogeno: ha il vantaggio di non avere nessun effetto collaterale e di produrre una sensazione di naturale e profondo benessere, aiutando così il rilassamento e la diminuzione dei sintomi premestruali.
  • Rimedi naturali: alcuni ritrovati erboristici, debitamente consigliati e dosati da chi di competenza, come l’agnocasto, l’achillea e la camomilla  sembrano essere particolarmente utili nell’alleviare alcuni sintomi della fase premestruale quali nervosismo, tensione al seno, insonnia e fame nervosa.

Riferimenti bibliografici

A.P.A. (2014), DSM-5 Manuale Diagnostico e Statistico dei Disturbi Mentali, Raffaello Cortina, Milano.

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